IMPLANTOLOGIA

L’implantologia dentale consiste nell’insieme di tecniche chirurgiche finalizzate a sostituire le radici dei denti naturali con impianti in titanio. L’impianto può interessare un unico dente oppure più denti. In entrambi i casi, viene inserita nell’osso una vite in titanio, che sostituisce la radice, alla quale viene avvitata una capsula o corona (che sostituisce il dente). La vite inserita viene realizzata in titanio, perché il titanio è un materiale totalmente biocompatibile. Questa tipologia di impianto è risolutiva anche quando mancano più denti.  L’impianto infatti può essere inserito in un sito singolo o multiplo a sostegno di una o piu’ corone dentali (ponte) o di un’ intera arcata avvitata su quattro/sei impianti (toronto bridge, full arch). L’implantologia viene eseguita dopo un’attenta valutazione dell’anamnesi del paziente; grazie ad uno specifico esame radiologico è possibile esaminare il volume osseo e procedere con l’intervento. In caso contrario, è necessario inserire un osso sintetico e, dopo alcuni mesi, procedere con l’impianto. Quando ci sono le condizioni cliniche adeguate, dopo aver inserito l’impianto, si possono “avvitare” direttamente in giornata il dente o i denti. In tutti gli altri casi occorre attendere dai 3 ai 4 mesi per l’integrazione dell’ impianto e successivo “carico” dell’impianto con una corona avvitata. Non tutti sanno, inoltre, che ogni impianto deve essere dotato di “Passaporto Implantare”, un documento su cui vengono riportati tutti i dati relativi all’impianto, in modo che qualsiasi dentista, in Italia e all’Estero, possa intervenire in modo efficace in caso di necessità. Il Passaporto Implantare è un documento che devi richiedere (e pretendere!) dal tuo dentista di fiducia, perché certifica anche che i materiali utilizzati siano di qualità conforme. Per garantire lunga vita agli impianti è infine necessario sottoporsi regolarmente ai controlli semestrali pianificati dal dentista: questa supervisione ci permetterà di salvaguardare la salute della nostra bocca, degli impianti, prevenire eventuali complicazioni ed intervenire in modo tempestivo. Molto importante inoltre per mantenere la salute degli impianti è la pulizia domiciliare da effettuare quotidianamente seguendo attentamente le istruzioni di igiene impartite dal medico igienista.

PROTESI

Oggi l’Odontoiatria dispone di tecniche e di materiali per la protesi dentale sempre più affidabili, maneggevoli e sicuri che permettono di rispondere in maniera adeguata alle giustificate richieste estetiche e funzionali di ogni paziente.

Elencheremo le caratteristiche di ogni protesi dentale evidenziando tutti gli aspetti, i vantaggi e i possibili inconvenienti.

Quante tipologie di protesi esistono?

Possiamo suddividere le protesi dentali nelle seguenti tre grandi categorie:

  • Protesi fissa (su impianti e denti naturali)
  • Dentiere (protesi dentale mobile totale)
  • Protesi mobili parziali

Protesi fissa: corone e ponti su impianti e denti naturali

La protesi dentale per eccellenza è la protesi fissa, detta comunemente anche dentiera fissa, in quanto sostituisce i denti mancanti simulando al meglio la dentatura naturale. Viene detta “fissa” in quanto è fissata ai denti naturali (tramite cementi) o agli impianti dentali (tramite viti o cementi). Questa protesi può essere rimossa solo dal dentista.

Le protesi dentali fisse si suddividono in:  corone e ponti su denti naturali o su impianti; maryland bridge, faccette e intarsi su denti naturali.

Corone dentali su denti naturali

Le corone dentali sono un tipo di protesi dentale che sostituiscono precedenti restauri coronali incongrui, possono anche rivestire un dente naturale esteticamente inaccettabile o la cui resistenza è stata compromessa da carie estese e devitalizzazioni. Non possono essere realizzate se manca un dente. Quando manca un dente si fanno i ponti su denti naturali o sugli impianti dentali.

Ponti su denti naturali

I ponti dentali sostituiscono i denti mancanti in quanto si poggiano sui denti adiacenti che per tale motivo  devono essere limiti. Con l’avvento dell’implantologia questa tecnica viene sempre meno usata in quanto per sostituire i denti mancanti si inseriscono gli impianti dentali (radici artificiali) lasciando intatti i denti vicini.

Ponti su impianti

I ponti su impianti sostituiscono i denti mancanti inserendo delle radici artificiali in titanio nell’osso. Questa procedura può essere effettuata anche senza incidere le gengive e quindi riducendo quasi a zero il dolore post operatorio.

Metallo ceramica o metal free?

I ponti e le corone possono avere una struttura metallica di base, la metallo ceramica, oppure essere privi di metallo, la protesi metal free.

I vantaggi delle corone senza struttura metallica

  • Elevata resa estetica e trasparenze naturali
  • Lunga durata nel tempo
  • Estremamente biocompatibili, zero allergie
  • Aspetto sano e molto naturale
  • Ottima risposta gengivale
  • Assenza di bordino nero

Gli svantaggi della protesi fissa in metallo ceramica

Lo svantaggio più grosso della protesi fissa in metallo-ceramica è la mancanza di traslucenza a livello del colletto dentale (vicino la gengiva), poiché i raggi della luce incidente, diversamente dal dente naturale, vengono bloccati dalla presenza del metallo sottostante, e questo, anche in corone ben eseguite provoca frequenti inestetismi facendo comparire, con il passare del tempo, il classico bordino nero ai margini della gengiva.

Le faccette dentali

Tante persone vorrebbero un sorriso più luminoso, pulito e attraente, ma si ritrovano con i denti anteriori, i cosiddetti “denti del sorriso”, macchiati, ingialliti o storti con degli spazi antiestetici.

Oggi bastano pochi appuntamenti dal dentista per risolvere tutti questi problemi con una soluzione esteticamente e tecnicamente perfetta, le cosiddette faccette dentali di porcellana.

Le faccette dentali sono sottilissime lamine (veeners) in ceramica che vengono incollate ai denti per migliorarne l’aspetto in modo davvero radicale. A differenza di ponti dentali e corone, la porzione di dente sacrificata all’applicazione delle faccette in ceramica è davvero minima (in media 0,5 -0,7 mm di spessore del dente), e il risultato finale non solo è esteticamente perfetto, ma anche solido e durevole nel tempo.

Dentiere

Le dentiere sono delle protesi dentarie mobili che rimpiazzano i denti perduti. Pertanto, quando si parla di dentiera pertanto s’intende una protesi mobile.

La dentiera è costituita da due parti una parte rosa che simula la gengiva ed una parte bianca costituita dai denti protesici. Entrambi le parti sono fatte di resina acrilica anche se i denti talvolta possono anche essere in composito o in ceramica.

Questo genere di dispositivo può essere realizzato a titolo definitivo ma in alcuni casi può essere utilizzata a mo’ di protesi dentale provvisoria.

Protesi mobili parziali

Sono delle protesi mobili che sostituisco la perdita parziale della dentatura naturale. Si suddividono in: protesi mobile scheletrato con ganci metallici sui denti; protesi flessibili in nylon con ganci mimetici e protesi mobili senza ganci ma con attacchi a scomparsa combinate ad una protesi fissa.

Protesi mobile parziale: scheletrato

Quando mancano alcuni denti e non si vuole ricorrere all’implantologia è possibile ripristinare la dentatura con una protesi mobile parziale. Questa presenta una struttura metallica di base in cromo cobalto sulla quale vengono montati dei denti in resina del commercio.

Questa protesi si ancora ai denti naturali residui con dei ganci metallici. I ganci metallici nelle zone anteriori potrebbero essere antiestetici per questo oggi è possibile avere una protesi flessibile in nylon con ganci estetici.

Protesi flessibili in nylon (alternative allo scheletrato)

La protesi flessibile in nylon è una protesi mobile parziale a supporto gengivale che non traumatizza i denti residui come invece accade con gli scheletrati con i ganci metallici. I ganci sono invisibili in quanto sono fatti con un materiale camaleontico, semitrasparente che lascia intravedere il colore delle gengive.

Le protesi superiori non hanno il palato! Sono costruite con materiale termoplastico molto resistente, sono poco ingombranti, indeformabili ed altamente biocompatibili; non provoca allergie. Sono prive di ganci metallici inestetici e di qualsiasi altra tipologia di metallo.

Protesi combinata (mobile + fissa) con attacchi a scomparsa

Un altro tipo di protesi è quella data da una protesi fissa su denti naturali residui sulla quale si aggancia una protesi mobile (scheletrato) senza ganci. Quest’ultima si innesta alla protesi fissa con degli attacchi a scomparsa (protesi dentale a bottoni). Questa metodica si usava molto in epoca pre-implantare adesso invece si esegue solo quando il paziente rifiuta categoricamente l’implantologia o quando ci sono molte controindicazioni all’intervento chirurgico (eventualità rara).

 

ORTODONZIA TRADIZIONALE

Nella vita di tutti i giorni li chiamiamo “denti storti”: quel disallineamento dentale che per alcuni è solo un disagio estetico ma che, nella realtà dei fatti, può diventare un vero e proprio problema di salute orale.

Denti disallineati infatti possono compromettere la masticazione e rendere inefficace l’igiene quotidiana. Il passaggio dello spazzolino tra denti non allineati è più difficoltoso e può essere causa di uno scorretto spazzolamento e rimozione della placca dall’intera superficie dentale. Le conseguenze principali di una cattiva igiene orale domiciliare possono essere la carie e le infiammazioni come gengiviti e parodontiti.

L’odontoiatria supporta i pazienti grazie ai trattamenti di ortodonzia tradizionale e trasparente al fine di correggere i difetti di malposizione dei denti e di malocclusione, sia nei bambini che negli adulti.

Sono tanti a chiedersi quale sia l’apparecchio migliore per risolvere il disallineamento dentale. Solo l’esperto ortodontista, però, può definire quale sia la soluzione più adatta per ogni singola persona e solo a seguito di una visita ortodontica e una completa analisi. 

Quali sono le differenze tra queste due soluzioni?

L’apparecchio ortodontico tradizionale è un apparecchio fisso che viene applicato direttamente sui denti del paziente e non viene rimosso fino al termine dell’intero trattamento. Applicazione e rimozione dello stesso possono infatti essere effettuate esclusivamente dall’ortodontista.

L’apparecchio fisso è formato da placchette di metallo che vengono incollate ai denti del paziente e collegate tra loro attraverso fili metallici ed elastici. Questi fili sono dotati di proprietà elastiche che esercitano una pressione sulle placchette concorrendo all’allineamento dei denti. È utilizzabile a partire dall’età adolescenziale, quando cioè i denti permanenti sono già quasi tutti presenti.

L’apparecchio trasparente invece è formato da una serie di mascherine trasparenti in resina che possono essere posizionate e rimosse in totale autonomia da parte del paziente. Le mascherine vengono realizzate in modo totalmente personalizzato a seguito della presa delle impronte da parte dell’ortodontista. Il paziente deve seguire diligentemente le indicazioni del dentista che, in genere, consiglia di tenerlo per circa 20-22 ore al giorno: bisognerebbe rimuoverlo quindi solo per mangiare e nei momenti di pulizia e igiene orale.

Quali sono le differenze tra  Apparecchio tradizionale e Apparecchio trasparente?

Ecco le principali differenze tra i due apparecchi:

  1. Le mascherine sono trasparenti mentre l’apparecchio tradizionale esterno è visibile. Spesso i pazienti adulti preferiscono la prima soluzione proprio perché tutela l’estetica: i denti in questo caso non hanno nessun filo o placchetta metallica.
  2. L’apparecchio trasparente è removibile, mentre l’apparecchio tradizionale è fisso e va indossato anche quando si mangia.
  3. L’apparecchio fisso tradizionale impone visite dal dentista frequenti e regolari. L’apparecchio trasparente può essere gestito con maggiore autonomia grazie  al controllo sui cambi delle mascherine.

ODONTOIATRIA PEDIATRICA

Cos’è l’Odontoiatria Infantile

L’Odontoiatria Infantile è la branca dell’odontoiatria responsabile della diagnosi e del trattamento di tutti i problemi orali nei bambini. Il dentista pediatrico è anche lo specialista responsabile del trattamento di neonati e neonati.

Bisogna evidenziare che l’esperto in Odontoiatria Infantile deve saper utilizzare tecniche e avere conoscenze diverse rispetto al normale dentista, in quanto i denti e la bocca dei bambini sono in costante sviluppo.

I denti da latte iniziano a sporgere dai sei ai ventiquattro mesi, a partire dagli incisivi dentali inferiori. Col passare degli anni, i denti da latte iniziano ad essere sostituiti da quelli definitivi in modo progressivo fino a dopo i dodici o tredici anni.

Che patologie tratta?

Le patologie e i problemi orali che possono sorgere durante l’infanzia sono molteplici:

  • Carie: le carie sono sempre più frequenti nei bambini (talvolta si può parlare anche di carie da biberon). Il dentista pediatrico è responsabile del suo trattamento e della sua prevenzione;
  • Lesioni: colpi e cadute sono comuni nei bambini ed non è raro per loro subire la perdita o la rottura di un pezzo di dente a seguito di questi traumi. In questi casi, se necessario, potrebbe essere necessario il restauro o il reimpianto dentale;
  • Malocclusione e alterazioni della posizione dei pezzi dentali: vengono studiate le possibili alterazioni del morso che possono richiedere un trattamento ortodontico. In questo caso, il bambino verrà indirizzato a un ortodontista;
  • Alterazioni congenite: influenzano le dimensioni, il numero e la forma dei denti;
  • Anchilosi temporanea: un trauma provoca una necrosi nella polpa del dente, che diventa nera e ostacola l’eruzione del nuovo dente.

Quando è necessario consultare un esperto in Odontoiatria Infantile?

Nonostante i genitori non osservino nulla di rilevante nei denti del loro bambino, si consiglia di effettuare una prima visita dal dentista pediatrico almeno a quattro anni. Lo specialista valuterà e supervisionerà la spazzolatura ed eseguirà un esame visivo alla ricerca di possibili problemi o anomalie. A sei anni viene monitorata la crescita facciale e l’adattamento dei primi denti e molari.

A seconda della salute dentale del bambino, le visite periodiche dal dentista pediatrico verranno effettuate una volta ogni sei mesi o una volta all’anno.

PARODONTOLOGIA

La malattia parodontale colpisce in Italia circa il 60% delle persone, soprattutto tra i 40 e i 60 anni di età, ma può insorgere anche prima. La parodontologia è la branca dell’odontoiatria che si occupa della cura delle affezioni del parodonto (tessuti che circondano il dente). Il parodonto è l’insieme dei tessuti che mantengono il dente ancorato all’osso alveolare ed è costituito da:

  • gengiva;
  • legamento parodontale;
  • cemento radicolare (tessuto che ricopre la radice);
  • osso alveolare. 
  • La malattia parodontale specialmente in fase iniziale non crea fastidi o dolore, per questo motivo sono importanti sono i controlli periodici per intercettarla il prima possibile, quando ancora è in una fase iniziale. Uno dei primi segnali ad esempio è la gengivite, ovvero l’infiammazione e sanguinamento del tessuto gengivale, più di frequente causato dalle tossine batteriche della placca. Se non trattata, la gengivite può portare alla malattia parodontale.

 Gengivite – sintomi:

  • arrossamento del margine gengivale;
  • edema;
  • sanguinamento;
  • talvolta, aumenti di volume gengivale;
  • alitosi.
  • Sono completamente reversibili e possono precedere una parodontite.
  • Parodontite – sintomi:
  • alitosi;
  • sanguinamento delle gengive;
  • mobilità dei denti (perdita di attacco/osso);
  • formazione di tasche;
  • talvolta formazione di recessioni.

DA COSA SONO CAUSATE PARODONTITI E GENGIVITI

La malattia parodontale oltre ad avere una componente di natura familiare (predisposizione genetica) o metabolica (diabete e alcune malattie sistemiche rare) è strettamente legata agli stili di vita e alcuni fattori che possono influenzarne l’insorgenza sono:

  • scarsa igiene orale;
  • placca batterica;
  • fumo;
  • alcuni farmaci che influenzano gli aumenti di volume gengivale (nifedipina, difenilidantoina, ciclosporina).

QUALI SONO GLI EFFETTI DELLA PARODONTITE

  • alitosi;
  • sanguinamento provocato o spontaneo
  • mobilità dentale di diverso grado
  • scopertura dei colletti dentari (recessioni)
  • perdita ovvero avulsione degli elementi dentari (o eventuali impianti) colpiti in maniera irreversibile dall’arcata alveolare

IGIENE ORALE

Che cos’è l’igiene dentale?

L’igiene dentale è un trattamento conosciuto anche come ablazione del tartaro, detartrasi o più comunemente pulizia dei denti.

Come la visita odontoiatrica, anche la pulizia dei denti dovrebbe essere eseguita 2 volte all’anno (a seconda di ogni singolo paziente): è un trattamento basilare per mantenere un costante stato di salute dello smalto dentale e delle gengive.

A cosa serve l’igiene dentale?

L’igiene dentale completa in maniera fondamentale la quotidiana igiene orale domiciliare. Prendersi cura quotidianamente della propria bocca, infatti, è necessario, ma non basta.

L’igiene dentale effettuata da un igienista ogni 6-12 mesi (a seconda di ogni singolo paziente) consente di arrivare alle zone meno raggiungibili con gli strumenti casalinghi (spazzolino, dentifricio, filo interdentale e scovolino) e rimuovere a fondo placca, tartaro e batteri.

La regolarità dei trattamenti di igiene dentale previene il formarsi della carie e di tutte le sue conseguenze: dalle semplici infiammazioni alle gengive fino ai casi più gravi di piorrea, passando per le parodontiti.

Come si esegue l’igiene dentale?

Il trattamento viene eseguito con uno strumento specifico (ablatore) dotato di una punta metallica resa vibrante grazie all’emissione di ultrasuoni.

Il passaggio dell’ablatore permette di rimuovere il tartaro dalle pareti dentali, anche da quelle normalmente non raggiungibili durante la quotidiana igiene orale casalinga.

Il trattamento viene completato con il passaggio di uno spazzolino rotante, che distribuisce sui denti una specifica pasta a base di fluoro: il tutto per lucidare eventuali asperità dello strato di smalto.

IGIENE CONSERVATIVA

Cos’è l’odontoiatria conservativa

L’odontoiatria conservativa è una branca dell’odontoiatria che si occupa di ricostruire denti, o parti di essi, compromessi da fratture o carie. L’odontoiatria conservativa, dunque, si pratica in molteplici casi e mira a ricostituire la funzionalità e l’estetica del dente.

Le carie sono tra le cause più frequenti di ricorso alle cure odontoiatriche, a qualsiasi età, mentre le fratture di parti del dente sono legate non solo ai processi cariogeni, ma anche a traumi accidentali.

L’odontoiatria conservativa, quindi, è indispensabile per ricostituire la forma ed estetica dentale e permettere al paziente di recuperare una corretta funzione masticatoria, prevenendo l’eventualità di dover ricorrere ad altri interventi come la devitalizzazione o l’estrazione del dente coinvolto.

La terapia estrattiva è l’ultimo stadio al quale ricorrere quando ci si accorge che non è possibile intervenire per prolungare la vita del dente in nessun altro modo.

Vediamo più nel dettaglio di cosa si occupa l’odontoiatria conservativa.

Cosa si intende per odontoiatria conservativa

Tecnicamente, con odontoiatria conservativa si fa riferimento a tutti quegli interventi che servono per mantenere funzionale e sano un dente, evitando la devitalizzazione o l’estrazione in caso di carie o fratture. Tuttavia, nei fatti, spesso con odontoiatria conservativa si intende il processo di rimozione della carie e la ricostituzione della struttura del dente. Se la carie dovesse invece avere intaccato la polpa dentale, cioè la parte profonda dello stesso, la terapia conservativa non sarebbe sufficiente in quanto si renderebbe necessaria la rimozione della polpa danneggiata e, di conseguenza, la devitalizzazione del dente. Purtroppo, le carie sono molto frequenti e colpiscono chiunque e ad ogni età.

Odontoiatria conservativa ed endodonzia

L’endodonzia è quella branca dell’odontoiatria che ha a che fare con i tessuti interni del dente, ossia la polpa dentale, in cui sono contenute le cellule, i vasi e i nervi del dente stesso.

Ma qual è il rapporto che lega l’odontoiatria conservativa all’endodonzia? In realtà, si tratta di due facce della stessa medaglia: sono molti i casi in cui le parti interne di uno o più denti richiedono interventi di endodonzia. Parliamo, ad esempio, di traumi o processi cariogeni che possono intaccare lo smalto e la dentina.

In caso di carie, infatti, i batteri agiscono distruggendo il dente partendo dallo smalto esterno penetrando gradualmente nelle parti più interne della sua struttura. Se i batteri e le loro tossine arrivano alle cellule interne del dente allora l’unico modo per evitare una progressione ulteriore della carie e una possibile estrazione del dente è la cura endodontica.

Odontoiatria conservativa ed estetica

Un aspetto dell’odontoiatria conservativa che non può essere trascurato è quello estetico. Quando viene curata una carie è molto importante che accanto all’elemento funzionale venga considerato anche quello estetico, specie se il dente è particolarmente visibile mentre la persona sorride o parla. L’odontoiatra, infatti, dopo la rimozione della carie, si occuperà anche di scegliere il materiale più adatto per riempire la cavità lasciata dalla carie appena curata evitando alterazioni di forma e di colore in modo da non compromettere l’estetica del sorriso del paziente.

ENDODONZIA

L’Endodonzia è la scienza medica, nell’ambito dell’Odontoiatria, che ha per oggetto i tessuti interni del dente, le patologie e i trattamenti correlati. Quando questi tessuti o i tessuti che circondano la radice dentale si ammalano o danneggiano a causa di carie o traumi, il trattamento endodontico permette di salvare il dente.

Cos’è un trattamento endodontico, o cura canalare o “devitalizzazione” del dente?

Il trattamento endodontico è un intervento odontoiatrico ambulatoriale che si rende necessario quando la polpa (il tessuto molle interno al dente) è infiammata o infetta per un danno provocato da una carie profonda, dall’esito di interventi sul dente, o da un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato frattura o scheggiatura o incrinatura profonda.

La polpa dentaria, contenuta all’interno dei denti, popolarmente nota come nervo del dente, è in realtà un tessuto altamente specializzato costituito da arterie, vene, terminazioni nervose e cellule connettivali. Nell’età dello sviluppo questo tessuto ha la funzione di formare la struttura portante calcificata del dente (dentina); nell’adulto, ad accrescimento completato, la polpa – ormai assottigliata – resta confinata nella camera pulpare e nei canali radicolari, con funzioni residuali di sensibilità al freddo e idratazione della dentina.

A perturbare lo stato di salute pulpare possono intervenire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie dentaria (vedi oltre), ossia la decalcificazione e distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per l’azione di microrganismi presenti nella placca batterica. Se non si interviene tempestivamente la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce e approfondisce ed estende finché la polpa viene raggiunta dai batteri con trasformazioni irreversibili dovute all’infezione. Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente evitando l’estrazione è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente devitalizzazioneIn generale l’Endodonzia mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave della loro struttura che ha portato all’infezione e alla necrosi della polpa, con ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose. La moderna Endodonzia si avvale di strumenti sofisticati per la diagnosi e la terapia, quali lo stereomicroscopio operatorio, i biomateriali innovativi, la strumentazione in leghe speciali.

Quali segni indicano la presenza di una carie?

La carie può non dare alcun segno precoce della sua presenza, oppure i sintomi sono tanto lievi da non indurre preoccupazione. Questo avviene soprattutto nei primi stadi, ma spesso anche di fronte alla completa distruzione del dente il paziente può non riferire alcun fastidio particolare e mostrarsi anzi sorpreso di quanto avvenuto senza dolore. Solo con il controllo periodico dal dentista – che va effettuato anche in assenza di dolore – è possibile verificarne la presenza fino dai primissimi stadi e intervenire con una terapia precoce e quindi limitata, minimizzando i danni e scongiurando dolori improvvisi e cure in regime di urgenza. Il dolore perciò, nel caso dei denti, non è un segnale di allerta affidabile e neanche un indice di gravità del danno: la soluzione è la visita periodica dal dentista.

L’eccessiva sensibilità al freddo è un sintomo da tenere in considerazione, ma non è un indice univoco della presenza di una carie. Può essere causata anche dalla scopertura a livello dei colletti (la parte dei denti prossima alla gengiva) per  malattia parodontale, per abrasione da spazzolino da denti usato in maniera scorretta, oppure per una particolare acidità del cavo orale (erosione da eccessiva assunzione di cibi acidi come agrumi o aceto, o ancora per situazioni patologiche quali il reflusso gastroesofageo). Anche il digrignamento (bruxismo), o incrinature/fratture possono dar luogo a ipersensibilità al freddo.

Oltretutto il segno del dolore al freddo o anche ai cibi dolci o salati è completamente assente nei denti già trattati endodonticamente. E’ la polpa la parte sensibile e se la polpa è in necrosi, o è stata asportata per una pregressa terapia canalare, questo sintomo viene a mancare. Da notare a questo proposito che la carie attacca indifferentemente e con la stessa intensità sia denti sani, sia denti precedentemente curati o devitalizzati.

Escluse le situazioni elencate sopra, quando la sintomatologia caldo, freddo, dolce, salato è accompagnata da un dolore più o meno localizzato che perdura per un certo tempo successivamente allo stimolo, questo rappresenta un segno evidente della presenza di una carie già allo stato avanzato. Il danno si estende in rapida progressione e se non intercettato in tempo porta inevitabilmente a fenomeni dolorosi di pulpite (infiammazione acuta) e necrosi (morte cellulare) della polpa del dente stesso. La cura in questa fase tardiva non è più la rimozione della parte cariata e un’otturazione più o meno estesa, ma è necessitano il trattamento endodontico (o cura canalare, detta anche devitalizzazione o canalizzazione).

 

Il trattamento endodontico

In cosa consiste?
Il trattamento endodontico (o cura canalare anche detto devitalizzazione o canalizzazione) consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale) infiammata e infetta, presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, e nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?
Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive)

SBIANCAMENTI

Cos’è lo sbiancamento dentale professionale?

Lo sbiancamento dentale è un trattamento odontoiatrico esteticovolto a ripristinare il colore naturale dei denti alterato da diversi fattori.
Lo sbiancamento dei denti professionale viene praticato da dentisti e igienisti specializzati che si avvalgono di strumentazione adeguata e prodotti appositi a base di perossido di idrogeno, per rimuovere i pigmenti sedimentati all’interno dello smalto dentale e della dentina e responsabili della colorazione alterata della dentatura.

L’unica soluzione utile a eliminare i pigmenti e i loro effetti sui denti è l’ossigeno che si sviluppa durante i trattamenti professionali con perossido di idrogeno.

Lo sbiancamento dei denti non va confuso con la pulizia dei denti professionale e non sostituisce in alcun modo tale trattamento. Anzi, una corretta igiene orale ambulatoriale deve sempre precedere lo sbiancamento dentale professionale.
A sua volta, per quanto possa contribuire alla luminosità e alla buona salute dei denti, l’ablazione del tartaro professionale non sostituisce le operazioni deputate allo sbiancamento dei denti.

In commercio, esistono diverse soluzioni fai da te per rimuovere o mascherare le macchie superficiali (dentifrici abrasivi, penne sbiancanti, kit per sbiancare i denti a casa, ecc.), ma i dentisti professionisti e gli igienisti sconsigliano di affidarsi esclusivamente a queste soluzioni.
Infatti, permettono di agire temporaneamente solo sulla superficie esterna dei denti, senza contribuire all’eliminazione dei pigmenti in profondità che causano i denti gialli.
Inoltre, se usati in maniera non adeguata, tali strumenti possono causare danni permanenti ai denti.

Infatti, l’abuso o uso improprio del perossido di idrogeno può avere effetti negativi sulla morfologia superficiale dei denti e sull’integrità di smalto e dentina.

Perché i denti si macchiano?

L’alterazione del colore dei denti è legata soprattutto alle abitudini personali e allo stile di vita.
Con il trascorrere del tempo, infatti, i denti assorbono pigmenti di colore da varie fonti:

  • cibo;
  • bevande;
  • collutori;
  • farmaci;
  • fumo.

I pigmenti di colore sedimentano nei tessuti duri dentali (smalto e dentina) e alterano la naturale colorazione dei denti, causandone il progressivo ingiallimento e/o inscurimento.

Quando è necessario sbiancare i denti?

Il colore naturale e brillante dei denti è uno dei fattori che, insieme a una dentatura armoniosa e a gengive in salute, contribuisce a fare di un sorriso “un bel sorriso”.
Il fattore estetico è correlato all’idea che una dentatura naturalmente bianca e luminosa sia anche sinonimo di buona salute fisica generale.

Quando, a causa di vari fattori ambientali, i denti perdono la propria luminosità e diventano gialli o scuri è possibile ricorrere a uno sbiancamento dei denti professionale.

ODONTOIATRIA ESTETICA

L’odontoiatria estetica è una branca dell’odontoiatria che ha l’obiettivo di migliorare l’estetica del sorriso e la funzionalità dei denti. Spesso, però, si occupa anche di trattamenti riparatori, come gli intarsi in ceramica utili a curare le carie e sostituire le otturazioni difettose.

Grazie alle moderne tecnologie e ai materiali all’avanguardia, i professionisti dell’odontoiatria estetica riescono a rendere naturali i denti macchiati, storti, cariati o scheggiati.

Secondo l’American Academy of Cosmetic Dentistry l’odontoiatria estetica dovrebbe andare di pari passo con la salvaguardia della salute orale e del benessere generale.

I principali trattamenti dell’odontoiatria estetica sono:

  • Le protesi dentali: vengono utilizzate in odontoiatria estetica per sostituire uno o più denti mancanti, in modo che il sorriso abbia un aspetto naturale. 
  • Lo sbiancamento dei denti: è un trattamento che serve per ripristinare il naturale colore dei denti che si macchiano a causa del consumo di caffè, vino e del fumo. Per sbiancare i denti sono utilizzati dei potenti agenti sbiancanti che scoloriscono sia il colore dello smalto che quello della dentina. Il dentista monitora tutte le fasi per consentire la regolazione dei livelli dell’agente sbiancante.        
  • Le faccette dentali: sono dei gusci in ceramica che vengono posizionati sulla parte anteriore del dente e servono per nascondere i denti macchiati o scheggiati. 
  • Ricostruzione in composito: è utilizzata come valida alternativa alle faccette. La procedura consiste nel cementare una resina sul dente con una determinata lunghezza d’onda.
  • Le corone: servono per ricoprire un dente danneggiato e conferirgli un aspetto naturale.